L'esperimento di Galileo sulla caduta dei gravi dalla torre di Pisa fu un esperimento scientifico attribuito a Galileo Galilei.
Tra il 1589 e il 1592,[1] si dice che lo scienziato italiano Galileo (all'epoca professore di matematica all'Università di Pisa) abbia fatto cadere due sfere di massa diversa dalla Torre di Pisa per dimostrare che il loro tempo di discesa era indipendente dalla loro massa, secondo una biografia dell'allievo di Galileo Vincenzo Viviani, composta nel 1654 e pubblicata nel 1717.[2][3][4][5] La premessa di base era già stata dimostrata da sperimentatori italiani qualche decennio prima.
Secondo la storia, attraverso questo esperimento, Galileo scoprì che gli oggetti cadevano con la stessa accelerazione, dimostrando che la sua previsione era vera, mentre allo stesso tempo smentiva la teoria della gravità di Aristotele, che afferma invece che gli oggetti cadono a velocità proporzionale alla loro massa. La maggior parte degli storici considera che sia stato un esperimento mentale piuttosto che un test fisico.[6]
^Some contemporary sources speculate about the exact date; e.g. Rachel Hilliam gives 1591 (Galileo Galilei: Father of Modern Science, The Rosen Publishing Group, 2005, p. 101).
«[...] furono da esso [Galileo] convinte di falsità [...] moltissime conclusioni dell'istesso Aristotele intorno alla materia del moto, [...] come, tra l'altre, che le velocità de' mobili dell'istessa materia, disegualmente gravi, movendosi per un istesso mezzo, non conservano altrimenti la proporzione delle gravità loro, [...] anzi che si muovon tutti con pari velocità, dimostrando ciò con replicate esperienze, fatte dall'altezza del Campanile di Pisa con l'intervento delli altri lettori e filosofi e di tutta la scolaresca; [...]»